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Thursday, December 26th, 2024
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La Nuova Diodati

Atti degli Apostoli 27

1 Quando fu deciso che noi salpassimo per lItalia, Paolo e alcuni altri prigionieri furono consegnati a un centurione di nome Giulio, della coorte Augusta.2 Saliti su una nave di Adramitto, che doveva toccare i porti sulle coste dellAsia, salpammo, avendo con noi Aristarco, un macedone di Tessalonica.3 Il giorno seguente arrivammo a Sidone; e Giulio, usando umanit verso Paolo, gli permise di andare dai suoi amici per riceverne le cure.4 Essendo poi partiti di l, navigammo al riparo di Cipro, perch i venti erano contrari.5 Attraversato il mare a ridosso della Cilicia e della Panfilia, arrivammo a Mira di Licia.6 Il centurione trov qui una nave di Alessandria, che faceva vela per lItalia e ci fece salire.7 Navigando lentamente per molti giorni, giungemmo a stento di fronte a Cnido per limpedimento del vento; poi prendemmo a navigare al riparo di Creta, al largo di Salmone.8 E, costeggiandola con grande difficolt, giungemmo in un certo luogo chiamato Beiporti, vicino al quale era la citt di Lasea.9 Ora, essendo gi trascorso molto tempo ed essendo la navigazione divenuta pericolosa, poich il digiuno era gi passato, Paolo ammon quelli della nave.10 dicendo: "Uomini, io vedo che la navigazione si far con pericolo e grave danno non solo per il carico e per la nave, ma anche per le nostre persone".11 Ma il centurione aveva maggior fiducia nel pilota e nel capitano della nave che nelle cose dette da Paolo.

12 E poich quel porto non era adatto per svernare, i pi furono del parere di salpare di l per cercare di arrivare in qualche modo a Fenice, un porto di Creta, esposto al libeccio e al maestrale, e passarvi linverno.13 Quando si lev un leggero scirocco, pensando di poter attuare il loro intento, levarono le ancore e si misero a costeggiare Creta.14 Ma poco dopo, si scaten sullisola un vento impetuoso, chiamato euroclidone.15 Siccome la nave era portata via, non potendo reggere al vento, la lasciammo in sua bala, e cos eravamo portati alla deriva.16 Passati velocemente sotto unisoletta, chiamata Clauda, riuscimmo a stento a controllare la scialuppa.17 E, dopo averla tirata a bordo, i marinai usarono tutti i mezzi per fasciare di sotto la nave con gomene e, temendo di finire incagliati nella Sirte, calarono le vele, lasciandosi cos portare alla deriva.18 Ma, essendo violentemente sbattuti dalla tempesta, il giorno seguente incominciarono a gettare il carico.19 Il terzo giorno, con le loro mani gettarono in mare lattrezzatura della nave20 Poich non apparivano n sole n stelle gi da molti giorni, e infuriava su di noi una gran tempesta, si era ormai persa ogni speranza di salvezza.

21 E poich erano rimasti senza cibo per molto tempo. Paolo si alz in mezzo a loro e disse: "Uomini, se mi aveste dato ascolto e non foste partiti da Creta, avreste evitato questo pericolo e questa perdita.22 Ma ora vi esorto a non perdervi danimo, perch non vi sar perdita della vita di alcuno di voi, ma solo della nave.23 Poich mi apparso questa notte un angelo di Dio, al quale appartengo e che io servo,24 dicendo: "Paolo, non temere, tu devi comparire davanti a Cesare; ed ecco. Dio ti ha dato tutti coloro che navigano con te".25 Perci, o uomini, state di buon cuore, perch io ho fede in Dio che avverr esattamente come mi stato detto.26 Ma dovremo finire incagliati su un isola",27 Quando era la quattordicesima notte che eravamo portati qua e l nel mare Adriatico, verso mezzanotte i marinai ebbero limpressione di essere vicini a qualche terra.28 E, calato lo scandaglio, trovarono venti braccia di profondit; poi, un poco pi avanti calarono di nuovo lo scandaglio, e trovarono quindici braccia.29 Temendo allora di urtare contro gli scogli, gettarono dalla poppa quattro ancore, aspettando con ansia che si facesse giorno.30 Ora, siccome i marinai cercavano di fuggire dalla nave e stavano calando la scialuppa in mare col pretesto di voler gettare le ancore da prua31 Paolo disse al centurione e ai soldati: "Se costoro non restano sulla nave, voi non potete scampare".32 Allora i soldati tagliarono le funi della scialuppa e la lasciarono cadere.33 Nellattesa che si facesse giorno, Paolo esortava tutti a prendere cibo, dicendo: "Oggi sono quattordici giorni che state aspettando digiuni senza aver preso nulla.34 Vi esorto perci a prendere cibo, poich questo contribuir alla vostra salvezza; poich neppure un capello del nostro capo perir".35 Detto questo, prese del pane e rese grazie a Dio in presenza di tutti poi lo ruppe e cominci a mangiare.36 Tutti allora, fattosi animo, presero anchessi del cibo.37 Or sulla nave noi eravamo duecentosettantasei persone in tutto.38 Dopo aver mangiato a saziet, alleggerirono la nave gettando il frumento in mare.39 Fattosi giorno, non riuscivano a riconoscere la terra, ma notarono una insenatura con la spiaggia e decisero di spingervi la nave, se potevano.40 Staccate le ancore, le lasciarono andare in mare, sciogliendo nello stesso tempo i legami dei timoni; poi, spiegata la vela maestra al vento, si diressero verso il lido.41 Ma, essendo incappati in una secca che aveva il mare da ambo i lati, vi arenarono la nave che rimase con la prua incagliata e immobile, mentre la poppa si sfasciava per la violenza delle onde.42 Or i soldati erano del parere di uccidere i prigionieri, perch nessuno fuggisse a nuoto.43 Ma il centurione, volendo salvare Paolo, li distolse da quel proposito e comand a coloro che sapevano nuotare di gettarsi per primi in mare e di raggiungere la terra;44 poi gli altri, chi su tavole, chi su rottami della nave; e cos avvenne che tutti poterono mettersi in salvo a terra.

 
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